Misure cautelari alternative agli arresti domiciliari e loro afflittivita’.

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 6790 pubblicata il 13.02.2017 (udienza del 23.11.2016), ha affermato che, in caso di sostituzione della misura degli arresti domiciliari, ai sensi dell’art. 299, comma 2, cod. proc. pen., è legittima l’applicazione cumulativa dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, se le misure congiuntamente applicate non determinano una condizione di maggiore afflittività per l’imputato.

Sul sito della Corte si può leggere (clicca di seguito) la MOTIVAZIONE. 

Nel caso di specie il GIP aveva applicato in sostituzione degli arresti domiciliari le misure alternative, applicate congiuntamente, dell’obbligo di presentazione alla P.G. per tre volte alla settimana e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Il provvedimento era stato confermato dal Tribunale del riesame e, quindi, fatto oggetto di ricorso per cassazione.

La Corte risolve il caso ritenendo che l’applicazione congiunta delle due misure non presenta maggior afflittivita’ degli arresti domiciliari. Sotto il profilo del rispetto del principio di legalità e del principio di tassatività delle misure coercitive la Corte sottolinea che l’applicazione congiunta di misure coercitive è legittimo a seguito della legge 16.04.2015 n. 47 che con l’art 3 ha modificato la prima parte del comma 3 dell’art 275 c.p.p. e con l’art. 9 ha modificato il comma 4 dell’art. 299 c.p.p.

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