Decorrenza del termine per impugnare le delibere condominiali

Un condomino che era assente il giorno in cui si tenne l’assemblea del condominio impugna davanti al Tribunale la relativa delibera. La difesa del Condominio eccepisce la tardività dell’impugnazione.

Il Tribunale accoglie l’eccezione di tardività considerando che:

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Atti e ricorsi nel processo amministrativo telematico: le regole

Il Presidente del Consiglio di Stato in data 22.12.2016 ha emanato un decreto di dieci articoli  con cui ha fissato i criteri per la redazione degli atti e ricorsi nei processi amministrativi nonché i limiti dimensionali degli stessi. Ecco il testo ufficiale del decreto

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Richiesta riesame: come non presentarla.

In tema di misure cautelari reali, la Terza Sezione della Corte di cassazione ha affermato che è inammissibile la richiesta di riesame presentata a mezzo del servizio postale presso la cancelleria di un giudice diverso da quello competente, poiché la facoltà per la parte privata di presentare l’impugnazione nella cancelleria del giudice del luogo in cui essa si trova, anche se diverso da quello in cui fu emesso il provvedimento, è collegata al dato “naturalistico” della presenza fisica della parte in tale luogo.

Trattasi della sentenza n. 55004 depositata il 28.12.2106 ecco il link al sito della Corte per la visione della motivazione

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Accordi ristrutturazione debiti e regime di impugnabilità 

Le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione con sentenza del 27.12.2016 n. 26989 hanno stabilito alcuni importanti punti fermi in tema di impugnazioni delle decisioni sugli accordi di ristrutturazione dei debiti e precisamente che:

–  il decreto con cui la corte di appello, decidendo sul reclamo ex artt. 183, comma 1, e 182-bis, comma 5, l.fall., provvede in senso positivo o negativo sull’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, è ricorribile in Cassazione ai sensi dell’art. 111 Cost., avendo natura decisoria e non essendo altrimenti impugnabile;

–  in caso di ricorso per cassazione del debitore avverso il decreto con cui la corte di appello, provvedendo sul reclamo ex artt. 183, comma 1, e 182-bis, comma 5, l.fall., neghi l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, la legittimazione passiva non spetta al P.M., bensì ai creditori per titolo e causa anteriore alla data di pubblicazione dell’accordo nel registro delle imprese, cui si riferiscono gli effetti dell’accordo stesso, nonché agli altri interessati che abbiano proposto opposizione.

Ecco il link al sito della Corte per leggere la motivazione

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Protocollo intesa Cassazione, CNF, Avvocatura Generale del 15.12.2016

In sede di conversione del decreto legge 31 agosto 2016 n. 168 con legge 197/2016 è stato  approvato un articolato emendamento con il quale è stato incisivamente modificato il rito di cassazione.

 Queste le novità principali:

1) il procedimento ordinario diviene quello camerale, restando riservata, la trattazione in pubblica udienza, ai casi di particolare rileva nza della questione di diritto e a quelli nei quali la sesta sezione , all’esito della camera di consiglio, non abbia definito il giudizio (art. 375, u.c., c.p.c.);

2) il procedimento dinanzi alla sesta sezione è stato riscritto, essenzialmente con l’eliminazione della relazione e la previsione che, su proposta del relatore, il presidente fissi l’adunanza in camera di consiglio “ indicando se è stata ravvisata un’ipotesi di inammissibilità, di manifesta infondatezza o di manifesta fondatezza del ricorso”(art. 380-bis, c. 1);

3) è stata eliminata la possibilità di partecipazione delle parti all’adunanza in camera di consiglio, sia nel procedimento dinanzi alla sesta sezione (art. 380 -bis), sia nel procedimento dinanzi alla sezione semplice (art. 380-bis.1), sia nel procedimento per regolamento di giurisdizione (art. 380 -ter );

4) la novella si applica ai ricorsi depositati successivamente all’entrata in vigore della legge di conversione (30 ottobre 2016), nonché a quelli già depositati alla stessa data per i quali non era stata fissata l’udienza o l’adunanza in camera di consiglio (art. 1-bis, c. 2, d.l. n. 168/2016).

A seguito di ciò il 15.12.2016é stato firmato un protocollo d’intesa tra la Corte di cassazione, il Consiglio Nazionale Forense e l’Avvocatura Generale dello Stato sull’applicazione del nuovo rito civile (d.l. n. 168/2016, conv. nella l. n. 197/2016).

Lo scopo del protocollo nei limiti del possibile é quello di salvaguardare il diritto di difesa, che ovviamente é stato ristretto dalla riforma, in uno al soddisfacimento di  esigenze di celerità e speditezza (si riconferma un limite di lunghezza di 15 pagine degli atti giudiziari).

Di seguito si possono scaricare il Protocollo e la Relazione accompagnatoria

Protocollo Cassazione, CNF, Avv. Generale dello stato su nuovo rito civile in cassazione

Relazione Protocollo Cassazione, CNF, Avv. Generale dello Stato nuovo rito civile

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Al figlio si può mettere anche il cognome della madre.

La Corte Costituzionale con sentenza n. 286 del 2016, dell’8.11.2016 pubblicata  il 21.12.2016 ha dichiarato l’incostituzionalità delle norme che prevedevano che al momento della nsciata al figlio potesse essere messo dai genitori solo il cognome del padre; dette norme sono state ritenute incostituzionali nella parte in cui non consentono ai coniugi, di comune accordo, di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno.

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Concordato preventivo con cessione di beni sottoposti a sequestro

La Prima Sezione Civile ha ritenuto senz’altro inammissibile la proposta di concordato preventivo con cessione dei beni per carenza del necessario requisito della fattibilità giuridica, allorquando sia stato disposto, da parte del giudice penale, il sequestro preventivo degli stessi (in tutto o in parte), destinato, secondo il regime del d.lgs. n. 231 del 2001, alla confisca, essendo sottratto al giudice civile il potere di sindacare la legittimità del provvedimento.

Trattasi della sentenza n 26329 del 20.12.2016. Clicca qui per leggere la motivazione sul sito della Corte Motivazione

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Imputato straniero e diritto alla traduzione della sentenza

Cassazione Penale Sezione Seconda con Sentenza n. 53609 ud. 13/09/2016 – deposito del 16/12/2016 –  ha affermato che l’imputato straniero autorizzato ad allontanarsi dall’aula di udienza prima della lettura della sentenza, di fatto rinuncia sia alla traduzione dell’atto al momento della lettura, a cui avrebbe diritto qualora non si allontani, sia alla traduzione scritta della sentenza, alla quale avrebbe diritto nel caso in cui non sia mai stato presente in giudizio e ne abbia fatto esplicita richiesta.

Ecco la motivazione (link al sito della Cassazione)

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Responsabilità da reato degli enti

Cassazione Penale Sezione Seconda con Sentenza n. 52316 ud. 27/09/2016 – depositata il 09/12/2016 – ha affermato alcuni principi in tema di responsabilità da reato degli enti, riguardanti, in particolare:
– le connotazioni ed i limiti della responsabilità della holding, per illeciti commessi nell’interesse e/o a vantaggio di una partecipata;
– la valutazione di idoneità dei modelli organizzativi, ai fini del criterio ascrittivo della responsabilità dell’ente, nella particolare ipotesi della istituzione di un organismo di vigilanza privo di autonomi ed effettivi poteri di controllo;
– l’incidenza della prescrizione del reato presupposto sulla responsabilità amministrativa da reato dell’ente.

Ecco la motivazione (sul sito della Cassazione)

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Provvisionale chiesta dalla parte civile non impugnante.

Le Sezioni unite della Corte di Cassazione hanno affermato che non viola il principio devolutivo né il divieto di reformatio in peius la sentenza di appello che accolga la richiesta di una provvisionale proposta per la prima volta in quel giudizio dalla parte civile non appellante.

Trattasi della sentenza n 53153 del 27.10.2016 pubblicata il 15.12.2016 . Di seguito il link al sito della Suprema Corte per leggere la motivazione Motivazione

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Ricorso per cassazione ex art 348 ter cpc

Le Sezioni Unite, con sentenza n 25513 del 13.12.2016, risolvendo la corrispondente questione di massima di particolare importanza, hanno stabilito che il ricorso per cassazione ex art. 348-ter, comma 3, c.p.c., è improcedibile, ex art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c., ove non siano depositate la copia autentica della sentenza di primo grado e dell’ordinanza di inammissibilità dell’appello, con la relativa comunicazione o notificazione, se anteriore, salvo che la Corte officiosamente rilevi, dal trasmesso fascicolo di ufficio, che lo stesso sia stato proposto nei sessanta giorni dalle menzionate comunicazione o notificazione, ovvero, in mancanza di entrambe, entro il termine lungo di cui all’art. 327 c.p.c..

Con la stessa sentenza le Sezioni Unite, risolvendo la corrispondente questione di massima di particolare importanza, hanno escluso che il ricorso per cassazione proposto, ex art. 348-ter, comma 3, c.p.c., contro la sentenza di primo grado, debba contenere, a pena di inammissibilità, la specifica indicazione della data di comunicazione o di notificazione, se avvenuta prima, dell’ordinanza di inammissibilità dell’appello, riferendosi l’art. 366, comma 1, n. 6, c.p.c., solo agli atti processuali ed ai documenti da cui i motivi di impugnazione traggono il proprio sostegno giuridico quali mezzi diretti all’annullamento del provvedimento impugnato.

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Quanto deve essere grande una cella del carcere

La Corte di cassazione ha affermato che ai fini della determinazione dello spazio individuale minimo intramurario, pari o superiore a tre metri quadrati da assicurare a ogni detenuto affinchè lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti, stabilito dall’art. 3 della Convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, così come interpretato dalla conforme giurisprudenza della Corte EDU in data 8 gennaio 2013 nel caso Torreggiani c. Italia, dalla superficie lorda della cella devono essere detratte l’area destinata ai servizi igienici e quella occupata da strutture tendenzialmente fisse, tra cui il letto, mentre non rilevano gli altri arredi facilmente amovibili.

Trattasi della sentenza della Cassazione Prima Sezione Penale n. 52819 del 9.9.2016 depositata il 13.12.2016

Ecco il link al sito della Suprema Corte per leggere la motivazione Motivazione

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